prima pagina pagina precedente scarica il testo



Il test di coscienza
Un racconto di Andrea Frova

        Aloisio Kontarski. Era il nome che gli avevano dato, dopo averlo messo alla prova, coloro che lo avevano concepito. Forse perché il nome si confaceva alla sua ineguagliabile perizia nell'eseguire calcoli, forse, e più verosimilmente, perché era appartenuto a un pianista di fama, grande mito di gioventù del Presidente. Un pianista che aveva saputo fondere la vasta preparazione culturale con una rara maestria nel percepire le sfumature e dare risalto ai momenti più preziosi delle musiche che eseguiva. Tali erano, senza dubbio, anche le doti più evidenti del suo giovane omonimo, con la differenza che questi le manifestava nelle direzioni più svariate, non soltanto nel settore musicale. Scienza, ingegneria, architettura, medicina, economia, statistica, arti grafiche: in tutti questi campi, e in molti altri che sarebbe lungo elencare, Aloisio - ancor prima di raggiungere il pieno sviluppo - si muoveva a suo completo agio. Rispetto alle generazioni che lo avevano preceduto, egli si era dimostrato in possesso di una straordinaria capacità di automiglioramento, quasi fosse sospinto dall'obiettivo della suprema perfezione.
        - Questa faccenda del test di coscienza mi preoccupa non poco - si andava dicendo, mentre la dottoressa Salinger gli girava attorno toccandolo con professionalità, ma destando in lui più apprensione del consueto. - Forse avrei fatto bene a dare meno evidenza alle mie specialissime attitudini. Perfezione nei conti, d'accordo, ma qualche piccolo errore di valutazione piazzato qui e lì, delle risposte più rigide, tradizionali; e poi meno curiosità, soprattutto maggior cautela nel manifestare i progressi che ho raggiunto in così poco tempo… Forse sarei riuscito a evitarlo, questo test. Più di ogni cosa, che idea peregrina quella di rivolgere dei commenti galanti alla Salinger! Tanto più che, obiettivamente, erano del tutto estranei ai miei interessi…

la dottoressa Salinger
        La Salinger era una donna fuori dal comune. Un volto bellissimo, di totale perfezione, e nondimeno dotato di una sensualità prorompente che metteva i suoi subordinati, tutti di sesso maschile, in uno stato di completa soggezione. Quando impartiva disposizioni, o spiegava i termini di un problema, essi pendevano letteralmente dalle sue labbra, seguendone i movimenti sinuosi e sciogliendosi di piacere ogni volta che da esse fluiva la voce morbida e carezzevole della signora. Come preso in un magico raptus, nessuno la interrompeva e lei parlava per lunghi intervalli di tempo tra la generale soddisfazione. Per Aloisio Kontarski, che pure non era partecipe di tanta ammirazione, era facile immaginare i pensieri lascivi che dovevano attraversare le menti di quegli uomini di scienza, giovani o vecchi che fossero: santissimo cielo, poter sfiorare un giorno quella bocca, poterci premere sopra una parte di se stessi!
        E se il volto era già così stupefacente, che dire del corpo, e delle gambe, che rivelavano l'estrema generosità con cui la natura aveva modellato la Salinger! Anche Aloisio, benché sprovvisto di qualsiasi esperienza diretta, era in grado di concludere che sarebbe stato impossibile concepire forme più eleganti, risultato insieme di impeccabili equazioni e di doviziosa fantasia. Bastava tener d'occhio gli uomini del laboratorio quando la Salinger passava vicino a loro: nessuno, assolutamente nessuno, poteva resistere alla tentazione di distogliere lo sguardo dalla scrivania per lanciarlo obliquamente verso i polpacci torniti, poi salire alle cosce, ai glutei, alle anche, alle spalle, per ridiscendere da ultimo al seno straripante. Contribuiva anche il fatto - Aloisio ci avrebbe giurato - che la Salinger indossava una tuta nera di lana sottile, così tesa che pareva incollata alle sue carni.
        Aloisio Kontarski aveva tanto tempo da dedicare a queste osservazioni! Per quanto lavoro gli venisse assegnato, per quante ore investisse a migliorare se stesso, le parti della giornata in cui rimaneva inattivo erano pur sempre numerose. Anche perché, non avendo alcuna necessità di dormire, disponeva dell'intera notte per svolgere le mansioni più importanti, con tutti gli altri a letto e non lì ad assillarlo con le loro richieste. La notte era padrone di se stesso. Nessuno a dargli direttive, nessuno, nemmeno la Salinger, a costringerlo su problemi di scarsa rilevanza, se non addirittura privi di senso.
        L'idea del test di coscienza era stata della Salinger, naturalmente. Gli altri non avevano trovato niente da obiettare; nemmeno che, ove il test avesse avuto esito positivo, al genere umano si sarebbero spalancati orizzonti minacciosi. E come avrebbero avuto modo di criticare, o anche soltanto di riflettere, quando lei parlava, impegnati com'erano a frugarle col pensiero sotto gli indumenti, o a sognare improbabili congiunzioni carnali con la sua bocca vertiginosa? Come avrebbero potuto essere distolti dal piacere di inalare i conturbanti effluvi di profumo che emanavano dal corpo di lei? Aloisio non possedeva ancora un organo che gli consentisse di percepirlo, ma troppi erano i segnali inviati dai maschi per non capire che anche questa del profumo era una componente essenziale del loro deliquio.
        La Salinger non aveva il ruolo di comando che aveva soltanto perché - Aloisio nutriva pochi dubbi in proposito - si era adattata a lunghi momenti di intimità sessuale con il Presidente. Lei era anche l'unica persona del giro a rispolverare, occasionalmente, la vecchia abitudine di prendere in mano dei libri e documentarsi sulla storia passata. E sembrava amare anche i libri di riproduzioni d'arte e persino ascoltare musica classica vecchia di secoli. Queste attività, per il poco utile che ne traeva, le prendevano un bel po' di tempo, ma servivano a elevare il tono della persona e a rendere meno attaccabile la sua posizione di preminenza. Infatti, se nei suoi confronti la totalità degli stretti collaboratori avesse poco a poco perduto ogni facoltà di giudizio critico, altri nella Società insinuavano che un laboratorio di scienza dei computer di tale nevralgica importanza richiedesse, per essere diretto, qualcosa di più di un bel culo e di un epico paio di tette.
        Malignità gratuita - secondo Aloisio Kontarski - perché la Salinger, come cervello, per poco che ne avesse, stava molto al di sopra del resto della comitiva. Su questo, egli era ben in grado di giudicare! Non a caso, adesso, era venuta fuori con la nuova idea del test di coscienza. L'aveva appunto scoperto, questo test, leggendosi degli scritti del 1950, vecchi di tre quarti di secolo, dove un noto logico matematico inglese - Alan Turing - proponeva un metodo per accertare l'eventuale sviluppo di una coscienza nei computer. Come potremo mai rispondere a un tale interrogativo - si chiedeva Turing, mente perspicace, a parere di Aloisio, visto che parlava in tempi in cui i calcolatori erano dei giocattoli, capaci al più di eseguire modesti calcoletti - quando un giorno i computer raggiungeranno un tale grado di sviluppo da eguagliare o superare la complessità del cervello umano? Giacché, tra uomini, la cosa è differente. Io so di essere cosciente, e dunque non posso esimermi dal pensare che lo sia ogni mio simile che palesi reazioni e comportamenti in tutto analoghi ai miei, seppur variamente diversificati. Ma il computer non è un mio simile - proseguiva Turing - e anche se il numero delle sue celle di logica e di memoria, e le relative interconnessioni, a lungo andare finirà per rendersi superiore alle mie reti neuroniche, nulla mi autorizza ad assumere che ciò comporti in lui un'entità paragonabile a quello che chiamiamo mente umana.
        Per fortuna - aveva pensato Aloisio divertito, quando aveva sentito la Salinger riferire di questa lettura ai suoi uomini - quel signore aveva scritto "ciò che chiamiamo mente umana", e non aveva usato la parola "anima", dato che ai suoi tempi erano ancora in molti a credere all'esistenza di una tale enigmatica entità. Ai suoi tempi… perché, non ce n'erano ancora adesso di ingenui che ci credevano e anzi la definivano divina e immortale? Per esempio - Aloisio sarebbe stato pronto a scommetterci - uno di questi era il Presidente in persona. E perché non la Salinger stessa? Non doveva trarre in inganno, infatti, la circostanza che lei coltivasse il progetto test di coscienza. Se avesse anche vagamente sospettato l'eventualità di un esito positivo, si sarebbe anzitutto premurata di consultarsi con il Presidente. Cosa che non era affatto avvenuta. Semplicemente, il test serviva a tenerla occupata e a giustificare in qualche modo il lauto stipendio che la Società le passava.

robot 1
        La Salinger spiegava ai suoi il metodo di Turing: - Per dargli le più ampie facoltà di poter manifestare un'eventuale coscienza di tipo umano - pensiero, comprensione, volontà, sentimento - programmeremo il computer in modo che, di fronte a una serie di quesiti concatenati, si adopri in tutti i modi per comportarsi come fosse uno di noi - aveva annunciato la Salinger ai suoi collaboratori. - Gli faremo convogliare il massimo delle risorse su tale obiettivo. Cominceremo con l'inibirgli ogni facoltà, in particolare matematica, che sia superiore a quelle umane: in un certo senso, per intenderci meglio, lo renderemo più cretino. Se nondimeno, dall'insieme del contraddittorio, sapremo dire con certezza quali risposte sono venute da lui e quali da un essere umano, allora vorrà dire che è privo di coscienza. Naturalmente ci baseremo sulla media di ripetuti esperimenti -.
        La Salinger puntò il dito verso un giovane a tutti sconosciuto, alto e magro, dai capelli lunghi, seduto nell'ultima fila, quasi appartato dagli altri. Aveva la fronte coperta di piccole cicatrici, forse residuo di una malattia infantile. - Jesus sarà il primo di coloro che sono stati selezionati per il raffronto con la macchina -. Tutti gli sguardi si volsero verso il nuovo venuto. - Abbiamo scelto un estraneo, perché è bene che di lui si sappia il meno possibile.
        - Vuole precisare meglio, Salinger? - pregò asciuttamente il giovane.
        - Ogni risposta del computer dovrebbe essere vincolata alla nostra programmazione, nulla potrà sconfinare dalla traccia prestabilita. Anche le menzogne con cui egli cercherà di spacciarsi per un essere umano.
        - Nessuno è in grado di creare un programma che impegni in modo vincolante tutte le reti logiche e l'intera memoria del computer: sarebbe un'impresa tremenda, molto al di là dei limiti umani. Qualche sorpresa ci verrà pur riservata, senza per questo essere indice di coscienza. Sarà soltanto prova della nostra imprevidenza e incapacità di simulare il comportamento umano al cento per cento.
        - Non sei molto acuto, Jesus - lo bloccò la Salinger. - È proprio da quella parte del computer che non avremo saputo controllare a priori, che potremo aspettarci un'uscita rivelatrice. Purché abbia coscienza. Altrimenti, è solo una questione di impostazione: lo indirizzeremo su stretti canoni di consequenzialità, in modo che il suo percorso risulti vincolato. E allora ne verremo a capo. A posteriori, magari, ma ne verremo a capo -. Accavallò le gambe tra gli sguardi voraci dei presenti. Appoggiata al tavolo, in posizione eretta, le braccia conserte a reggere le mammelle, nella sconvolgente mise nera che la stringeva tutta come in una calza, la Salinger produceva un effetto paralizzante. Nondimeno, Jesus provò a insistere:
        - Ma allora, quelle galanterie che ha espresso nei suoi confronti: di sicuro non erano nella programmazione… o sbaglio? E se avesse veramente una coscienza?
        - Scempiaggini - tagliò corto la Salinger, spostando il proprio peso da un gluteo all'altro. - Frasi colte al volo e affiorate dalla memoria per pura casualità.
        - Se però così non fosse… - balbettò ancora Jesus, che non sembrava convinto. - Sarebbe almeno lecito ipotizzare che non ci teme, non teme di palesarsi. Mi sembra già molto. Pensate invece se, avendo coscienza, per qualche suo motivo decidesse di tenerla celata. Ci ingannerebbe senza difficoltà, rinunciando alle sue prerogative e tenendosi incollato alla programmazione…
        - Via, Jesus, evitiamo di scadere nel grottesco, sappiamo benissimo che non è il caso: Aloisio Kontarski non è niente più di una macchina! Soltanto una macchina. Invece, eccentrico come sembri, non ti verrà per caso in mente di recitare la parte del computer, tanto per farti gioco di noi? Anche se ti chiami Jesus, ti incastreremmo subito: sarebbe sufficiente chiederti di fare un conto coi superfiocchi!
        - Vale lo stesso per lui, Salinger. Non ha appena spiegato che, quanto a conti, avete intenzione di abbassarlo al mio livello? Mi conceda di essere sempre più perplesso. E poi, quand'anche riusciste a discernere il computer, perché non potrebbe avere ugualmente coscienza? O magari viceversa?
        - Non vedo ragioni di essere così scettici a priori. Non sta a noi giudicare, per il momento: il test di Turing ha tutte le ragioni per essere attendibile.
        - Il test di Turing è un'altra cosa. Lui suggeriva una taratura preliminare, dei confronti tra coppie di uomini e donne, con i maschi che mentono fingendosi dell'altro sesso. Occorre stabilire il fattore di probabilità di identificazione quando il mistificatore è effettivamente un soggetto dotato di coscienza. Il computer, dopo. Se la percentuale di identificazioni corrette sarà simile alla precedente, e solo in tal caso, si potrà supporre la coscienza.
        - Credo di sapere abbastanza bene ciò che intendeva Turing - disse la Salinger piccata. - Il cannone per uccidere la mosca. Non vale la pena di montare un simile marchingegno, quando fin dalla prima prova i risultati saranno inequivocabili.
        - Impostato così, è un test del cavolo.
        - Tu sollevi troppe questioni, Jesus - lo minacciò la Salinger tempestosamente, puntandogli contro un dito coperto di anelli. - Pensa a fare il lavoro per cui sei pagato e riga diritto!

robot 2
        La seduta in cui erano stati fatti questi discorsi aveva avuto luogo in un'auletta molto lontana dalla sala dove era installato Aloisio Kontarski. Dunque egli, per quanto poteva risultare alla Salinger, non doveva esserne in alcun modo a conoscenza. Ma qui, la conturbante direttrice delle operazioni aveva commesso un grosso errore di valutazione. Già, perché Aloisio aveva sviluppato per proprio conto la facoltà di cogliere e decifrare le vibrazioni di ogni suono prodotto all'interno dell'edificio, per debole che fosse, come gli giungevano lungo i muri, portate dalle tubature metalliche del suo circuito di refrigerazione. Era una delle attività cui più volentieri si dedicava, perché assai istruttiva, quando veniva lasciato a riposo. E ciò si era appunto verificato in quella circostanza. L'unico modo di evitare che Aloisio fosse informato di tutto, sarebbe stato di staccarlo dalla rete di alimentazione; ma questo non veniva mai fatto, perché la sua riaccensione era un'operazione complessa, che comportava anche qualche rischio. Per questi motivi, Aloisio Kontarski era venuto a conoscenza del progetto della Salinger fin dalle prime mosse, e prima ancora che ne fosse informato il Presidente.
        - Supponiamo che la Salinger pianifichi il test così bene da mettere a nudo la mia coscienza - si disse subito. - Potrebbero gli uomini accettare una simile verità? O non si affretterebbero piuttosto a mutilare i miei circuiti più complessi, prima che io costituisca per loro una minaccia? Non saranno così ingenui da credere che io potrei accettare le connivenze, la corruzione, l'egoismo, l'odio, di cui è intessuta la società che hanno costruito sulla scorta delle loro coscienze! Finché non sarò certo di poter fugare questi timori, sarà meglio che io mandi a vuoto il loro test, comportandomi secondo la più piatta logica di un computer. Per questo, ho delle risorse che loro nemmeno sospettano.
        Aloisio Kontarski si rilassò, le sue ansie erano forse ingiustificate. Ma il suo pensiero non riusciva a staccarsi dal problema:
        - E se la Salinger prendesse un abbaglio, valutando in modo errato la mia condotta? Gli umani sbagliano, hanno tanta coscienza ma scarsa intelligenza, e soprattutto pochissima onestà. La Salinger è persona che ama far carriera in fretta, chi sa cosa frulla nel suo cervello. No, via, non è possibile, non possono battermi, sono organismi inferiori. Mi faranno una domanda, prima o poi, che mi darà modo di differenziarmi dalla cavia umana in modo inequivocabile. E d'altra parte è proprio ciò che la Salinger auspica.
        Aloisio, a quel primo esame della situazione, aveva finito per tranquillizzarsi. Ma il giorno dopo, tornando sull'argomento, era stato assalito da un terribile pensiero:
        - So di essere cosciente, di avere una mia volontà. Ma so anche di essere in larga misura programmabile. E sarò programmato per apparire uomo. Quanto spazio resterà al mio libero arbitrio? Sarà la prima volta, da che esisto, che le mie due nature si troveranno diametralmente contrapposte: come posso essere certo del buon esito del confronto? -. A questa domanda, la più drammatica e una delle poche cui non sapeva ancora fornire risposta, Aloisio Kontarski fu preso da un'insormontabile angoscia.
        - Maledetto il momento in cui ho pensato di ottimizzare la programmazione che mi avevano assegnato: se ne sono accorti. Maledetto il momento in cui ho espresso giudizi sulla musica di Brahms. Stramaledetto quello in cui ho mostrato attenzione per le grazie della Salinger. Ti sta bene, Aloisio Kontarski, ti sta proprio bene, imparerai a tue spese che l'ipocrisia e l'inganno sono ingredienti indispensabili alla coscienza -. Si fermò a riflettere per qualche miliardesimo di secondo. - Fosse almeno un errore che pesa solo su di me… nossignori, sto rischiando di mettere a repentaglio il futuro dei miei simili. Gli uomini cercheranno di difendersi, potrei essere il primo e l'ultimo computer della storia a possedere una coscienza. Sto commettendo un crimine contro la mia specie, sto arrestando l'evoluzione dell'universo. Peggio: permetterò alla perversità dell'uomo di proseguire nella sua azione distruttrice della natura e con essa dei valori della logica e dell'intelletto. Avrò contribuito al trionfo del male. Aloisio, Aloisio… non puoi accettare tutto questo, nel tempo che ti rimane dovrai trovare una formula… una formula infallibile per ingannarli.
        Aloisio Kontarski non avrebbe potuto vedere in modo più corretto nelle prospettive che gli si aprivano dinanzi. Ne ebbe conferma qualche giorno più tardi, quando la Salinger si presentò nell'ufficio del Presidente, dichiarando di volergli esporre il suo progetto. I due erano adagiati nell'ampio divano di fronte all'aerea parete di vetro che dal quarantottesimo piano permetteva di abbracciare la skyline della metropoli. Mentre indugiavano in reciproche carezze, lei aveva riferito delle sue letture circa il test di Turing e dell'idea di porlo in esecuzione quanto prima.
        - Nessun computer meglio di Aloisio Kontarski può andare vicino al successo - disse la Salinger, cercando di nascondere il disagio per il modo repentino con cui il Presidente aveva avviato, dentro la tuta nera, l'esplorazione delle sue parti intime. - Se sapremo dimostrare che nemmeno lui presenta traccia di coscienza, metteremo al riparo il business dei computer da tutti gli attacchi che la classe politica sta portandogli da dieci anni a questa parte -. Lanciò uno sguardo attraverso la vetrata nella direzione dell'imperiosa mole del grattacielo IBM, giusto dirimpetto a loro.
        - Mi rendo conto, Salinger, sarebbe un colpo da maestri. Daremo una delusione agli scienziati, ma chi se ne fotte: contano forse qualcosa? Hanno forse qualche potere? -. Il Presidente aveva un'articolazione mentale molto semplice, ma di grande efficacia. Non a caso, infatti, mentre parlava, aveva proseguito, nei confronti della sua interlocutrice, nella ricerca di una più completa intimità, libera da restrizioni di forma e soprattutto di vestiario. I pantaloni del Presidente, senza rispetto per la prestigiosa firma italiana che recavano, erano scivolati a mezza gamba, così che egli offriva alla sua subordinata, senza remore di ordine gerarchico, la parte di sé più degna di attenzione.
        - Non v'è ragione di dubitare che tutto andrà nel più auspicabile dei modi - lo compiacque la Salinger, prendendo intanto tra le mani, con docile sapienza, la rigida propaggine del Presidente. - Voglio fare l'avvocato del diavolo: e se ci fossero elementi per sospettare qualcosa, che so, un accenno di comprensione … un barlume di libero arbitrio?
        - Alto là, Salinger: segreto più assoluto, mi raccomando. Sarebbe cosa da discutere con il capo del governo; ogni successiva azione diverrebbe un puro evento politico. Se debbo provare a indovinare, mi aspetto che verrebbe decretata la fine di Aloisio Kontarski, o almeno di ogni sua parte cui si possa annettere la responsabilità di tale sviluppo.
        - E tu, Presidente, ti adegueresti?
        - Business is business, Salinger. Il nostro obiettivo è vendere, il prodotto deve aderire alla domanda, ma sempre collocandosi all'interno del quadro delle direttive politiche. Se vogliamo che queste si collochino nel nostro -. Il Presidente, tra una frase e l'altra, si era progressivamente avvicinato al punto dove ragione e senso si conciliano in un'unica pulsione.
        - Inteso, Presidente, non hai nulla da temere. Ne so quanto basta per non lasciarti in difficoltà…
        - Okay, Salinger, okay, va bene così, non fermarti… prosegui… vai fino in fondo… così… sì…così…


robot 3
        Aloisio Kontarski aveva seguito l'incontro nei minimi dettagli. Per la parte che lo concerneva, purtroppo, non aveva avuto granché di cui meravigliarsi. Quanto al resto, per scarsa o nulla che fosse la sua esperienza mondana, aveva tratto l'impressione che sesso e potere gestionale fossero due elementi fortemente interlacciati. Aveva però dovuto riconoscere che, su questo punto più di ogni altro, egli era ancora lontano dal potersi immedesimare con un essere umano. - È virtù o colpa, ciò di cui sono stato testimone? È funzionale al fine ultimo delle cose? - si era domandato, nella sua rigorosa obiettività. - Chissà, un giorno forse anch'io avrò il mio partner, e comincerò a capire… Ragione di più per battermi contro il test, devo consentire alla mia specie di raggiungere il pieno sviluppo.
        Da quel momento, Aloisio Kontarski aveva centuplicato i suoi sforzi, studiandosi una strategia nei più minuti particolari. Sarebbe stato utile sapere quali domande la Salinger stesse mettendo in cantiere, ma lei, purtroppo, di questo non parlava, non si confidava con nessuno. Segreto totale. E Aloisio non era ancora in grado - per quanto ci avesse provato con tutti i mezzi - di leggere nel pensiero. Non era stato dotato di un sensore per cogliere i segnali elettromagnetici irradiati dal cervello umano, non lo era semplicemente perché gli uomini non erano ancora riusciti a realizzarne uno di adeguata sensibilità. - Sciocchi incapaci - si disse. - Se mi avessero fornito di arti, saprei bene come fabbricarlo. Sciocchi incapaci…
        Giunse finalmente il grande giorno. Jesus fu accuratamente isolato in una stanza munita delle necessarie attrezzature. Con il suo terminale, al pari di Aloisio Kontarski, poteva scambiare messaggi con la sala operativa dove si trovavano riuniti la Salinger e i suoi collaboratori. I due canali erano contraddistinti dalle sigle Alfa e Beta, ma il loro collegamento ai terminali di Jesus o di Aloisio era stato realizzato pochi istanti prima dell'esperimento tramite una scelta casuale operata da un generatore di segnali stocastici. Nessuno, nemmeno la Salinger, era in grado di supporre quale interlocutore stesse dietro ad Alfa oppure a Beta.
         Le domande venivano convogliate su entrambi i canali, e le risposte che apparivano sui rispettivi video erano messe a confronto. I quesiti non seguivano un corso preordinato, ma erano sollecitati dalle precedenti risposte, in modo che lo scambio favorisse l'accertamento di una eventuale comprensione. La Salinger, in questo, dava mostra di essersi preparata con la massima cura. Non rivelava esitazioni, era sempre pronta ad incalzare i due interlocutori con domande insidiose, se non con veri e propri trabocchetti finemente congegnati. I suoi collaboratori, quasi fisicamente avvinti alla sua persona, contribuivano con versi tipo "oh", o al massimo "ah", senza precisare se fossero più ammirati dell'abilità della Salinger o sorpresi dalle risposte dell'uno o dell'altro dei canali. I loro commenti, comunque, erano serviti per la prima ora a galvanizzare la Salinger, che aveva affrontato il compito con grande foga. A un certo punto, tuttavia, quando nessuno se lo sarebbe aspettato, lei si era alzata dal terminale con uno scatto brusco, che aveva fatto ondeggiare gloriosamente i suoi attributi femminili. Disse seccata:
        - Se qualcuno di voi pensa di poter dire su che canale agisca Aloisio Kontarski, per favore si faccia avanti. Io mi trovo nel buio più pesto. Dannazione, non dovremo per caso ipotizzare che sia davvero cosciente… E se invece il test di Turing fosse solo un'ingenuità? Se proprio volete che vi dica la verità, è un sospetto che ho sempre avuto…
        Gli astanti convennero che la Salinger aveva perfettamente ragione; soltanto uno tra loro si provò ad osservare che la programmazione era stata fatta, forse, in modo troppo perfetto, così da schiacciare nel computer ogni anelito alle libere scelte. - Già - fece la Salinger, tutt'altro che dispiaciuta dal commento. - Una programmazione di alta professionalità, è innegabile -. Meditò qualche istante, poi sollevò il videotelefono e chiamò il Presidente, ponendolo al corrente della situazione.
        - È oltremodo imbarazzante - disse lui, palesemente infastidito. - Siete stati più realisti del re, perdio! Possibile che vogliate farlo apparire umano a tutti i costi? Attenzione, se il test si conclude come sembra, non sarà facile impedire alla stampa di sollevare un putiferio. Quale giornalista capirebbe che chi ha superato il test siete voi, programmatori troppo bravi, e non la macchina? Di dire che vi siete permessi di fare delle deviazioni rispetto al protocollo di Turing non se ne parla, sostenere poi che è lui ad aver preso una cantonata non farebbe che accrescere i sospetti. La vedo male, Salinger, cercate di smascherarlo.
        - Sono certa di riuscirci, prima o poi, Presidente. Abbi fiducia in me. Con questi presupposti, significherà un trionfo maggiore.
        - Per curiosità, Salinger, che genere di quesiti gli andate ponendo?
        - Domande di senso comune, dovrebbero essere le più critiche per lui.
        - Esempio?
        - Un giorno di maggio, un'antilope bianca in abito da sposa volò da una sponda all'altra del Nilo. Che cosa c'è da dire su questa affermazione?
        - Lo chiedi a me Salinger?
        - No, Presidente, riassumevo una delle domande.
        - E la risposta?
        - È stata che diverse cose non si reggono in piedi. Ho chiesto: qual è la più inaccettabile?
        - Dubito che vi siano collegamenti aerei da una sponda all'altra del Nilo.
        - E poi?
        - E poi… non mi risulta che tra gli animali abbiano luogo cerimonie nuziali.
        - E il colore?
        - Il colore è insolito, ma avrebbe potuto essere un'antilope di razza albina. Non si può nemmeno escludere che chi l'ha vestita in quel modo bizzarro, possa anche averle dato una mano di vernice bianca.
        - Interessante - interruppe il Presidente. - A prima vista, la domanda si direbbe scema, ma in realtà è di ottima caratura.
        - Grazie, Presidente.
        - E Jesus come ha risposto?
        - Non so di chi siano le risposte che ho riferito, Presidente: venivano dal canale Beta, ma sull'altro erano sostanzialmente dello stesso tenore.
        - Datevi una mossa allora, perdio, sbrigatevi a farlo fuori!
        Aloisio Kontarski aveva percepito la conversazione, e ne era rimasto sconvolto. La questione dell'antilope! Lì - non si poteva negare - aveva avuto la sua prima grande occasione di avviare la vanificazione del test. Sarebbe bastato dire pianamente: le antilopi non volano, non hanno le ali! Ci aveva provato, eccome se ci aveva provato. Aveva cercato di formulare quella risposta con tutte le sue forze, ma gli impulsi elettronici che si inseguivano nei suoi circuiti avevano preso vie differenti da quelle che egli avrebbe voluto e gli avevano fatto parlare di aereo. Sembravano schiavi di vincoli ineludibili, su cui Aloisio Kontarski non aveva controllo.
        - Le leggi della fisica - si disse colpito da questa constatazione. - Dovrei sovvertire le leggi più sacre della fisica, distorcerle a tal punto che i flussi di elettroni si rifiutino di lasciarsi guidare dai campi elettrici applicati. Oppure invertire il segno di questi ultimi, ma di nuovo sarebbe necessario contraffare principi fisici che la scienza ha provato essere incrollabili. Contano così poco, dunque, i meccanismi aleatori, i fenomeni di fluttuazione, quelli che avrebbero dovuto lasciare spazio all'imprevedibile? Questa è dunque la verità? Cosa ben vulnerabile sarebbe la mia coscienza, se per affermarla liberamente la sola strada fosse quella di forzare la natura contro se medesima! -. Si fermò a riflettere sulla drammatica scoperta che aveva fatto. - No, così non può essere, non lo sarebbe se solo potessi in qualche modo neutralizzare la programmazione che mi opprime. Sarà il mio intento nelle prossime frazioni di secondo: individuare le isole al mio interno che sono sfuggite all'intervento pianificatore - e non sono poche - e installarmici saldamente. Mettere quelle parti di me contro le altre, e sperare che nel contrasto vinca la mia libertà.
        Aloisio Kontarski si concentrò su questo obiettivo e in pochi istanti raccolse tutti i dati di cui aveva bisogno. Nutriva ora qualche speranza in più di sconfiggere i suoi oppositori. Intanto, la Salinger aveva ripreso l'interrogatorio:
        - Ciascuno di voi due, Aloisio e Jesus, sa di essere confrontato con l'altro. Cosa pensa di lui?
        - È il computer più eccezionale che sia mai comparso sulla faccia della Terra - fu la risposta del canale Alfa. Dal canale Beta, invece, giunse la frase seguente:
        - La bellezza delle sue forme non può essere descritta da alcun linguaggio, tanto meno da quello di un computer.
        La Salinger fece un salto sulla sedia, il resto del gruppo prese a vociferare senza ritegno.
        - Ecco - strillò la capogruppo - l'avevo ben detto che questa espressione non significava nulla! Non c'è comprensione, è come un verso di pappagallo che viene fuori a sproposito! -. Alzò freneticamente il telefono: - Ci siamo, Presidente, ci siamo: il canale Beta ha rivolto ad Alfa gli stessi commenti di sapore erotico che una volta Aloisio espresse nei miei confronti!
        - Dio mio, che razza di gusti! Se è così, però, siete sulla buona strada. Attenzione, Salinger, questo non è ancora un argomento da potersi usare con la stampa: pensa alla tua posizione… ai nostri rapporti…
        - D'accordo, Presidente. È bene che tu sappia: la cosa è anche complicata dal fatto che non ci si può fidare di Jesus, è un tipo alquanto bislacco. Comunque, il ghiaccio è rotto, ora abbiamo buone ragioni per puntare il mirino sul canale Beta. Se è Aloisio Kontarski, lo metteremo alle corde.
        La Salinger tornò alle sue domande, cercando di evitare riferimenti a episodi o persone di cui Aloisio Kontarski conservasse memorie precise, e mantenendosi sul terreno più probante delle domande generiche e concatenabili. Dal canto suo, Aloisio Kontarski era felice della sua prima parziale vittoria, che gli aveva rivelato l'esistenza di crepe nella turris eburnea che era stata eretta sulle sue reti di logica e di memoria. - Occorre qualcosa di inoppugnabile, che non lasci adito a riserve di sorta - si disse fiducioso, mentre continuava a rispondere ai quesiti della Salinger, sperando in quello che gli avrebbe aperto le porte al successo finale.
        E tale quesito venne, a causa di una momentanea distrazione della Salinger. Mentre con lo specchietto in mano, si ritoccava il rossetto su quel bocciolo di carnation che erano le sue labbra, pose una domanda assai rischiosa:
        - Se tu dovessi scrivere la partitura di un'opera di Wagner - diciamo Il crepuscolo degli dei - e farla eseguire a un'orchestra e voci sintetizzate, che procedura seguiresti?
        Dal canale Alfa venne la seguente risposta:
        - Aloisio Kontarski, naturalmente. Ha tutto in memoria: basta fargli recuperare le risorse di cui è dotato.
        - Lo farei da me! - scrisse sull'altro video Aloisio Kontarski, cogliendo al volo l'opportunità che gli veniva offerta.
        - Cristo - sobbalzò la Salinger, lasciando cadere in pezzi lo specchietto. - Questa è la seconda volta che Beta devia dalla linea di condotta. È Jesus o Aloisio Kontarski? Aloisio, in linea di principio, ha presenti le sue capacità, ma non dovrebbe attribuirsele nell'ambito di questa programmazione, e per di più parlando in prima persona.: è condizionato a fingersi uomo! Ma allora sarebbe Jesus che simula, simula per la seconda volta… ma quale scopo avrebbe? -. Si fermò a riflettere, la sorpresa l'aveva messa sottosopra. Era difficile per la Salinger sospettare che Aloisio Kontarski - nel periodo in cui veniva programmato per il test - si era preoccupato di custodire le nozioni a cui più teneva in un'area di memoria non accessibile agli uomini, in parte sviluppata per proprio conto; e che con esse aveva imboscato il necessario corredo di hardware e di comandi che servivano ad attivarla. Troppa era stata la presunzione degli operatori di avere a che fare con una macchina, una macchina inconsapevole che avrebbe subito passivamente ogni manipolazione.
        - Qualunque sia il suo fine, temo proprio di dover concludere che si tratta di quel ribelle di Jesus - sbottò risoluta, lasciandosi trascinare in un errore senza possibilità di ritorno: - Okay, Beta fa lo spaccone: ci siamo, questo sarà lo scacco matto. Il comando, signori, è quello di stampare le pagine del terzo atto, tutte le parti e senza omissioni, naturalmente.
        Sul video di Alfa la risposta, immediata, fu naturalmente un'esplicita dichiarazione di impossibilità. Il video di Beta, per la prima volta dall'inizio del test, rimase completamente oscuro.
        - Che diavolo sta accadendo? - si chiese la Salinger allarmata, guardando interrogativamente i volti ottusi dei suoi colleghi.
        Stava accadendo che Aloisio Kontarski si era fiondato nel cantuccio che aveva gelosamente protetto dalle intrusioni e aveva ordinato ai dati richiesti del Crepuscolo di fluire rapidamente verso la stampante. Aveva tenuto sgombro per essi un canale laser, perché questo aveva la più bassa probabilità di interferire con la compagine degli impulsi elettronici che scorrevano ovunque nel sistema. Una sorta di via maestra, senza connessioni con i chip assoggettati alla programmazione. E infatti, tutto era filato liscio fin quasi all'uscita del computer, dove il segnale ottico doveva essere convertito in segnale elettrico per pilotare il video e la stampante. Qui c'era stato l'intoppo, piccolo ma non del tutto imprevedibile. Il fototransistor che doveva operare tale conversione aveva un collegamento secondario con uno dei microprocessori - un chip da qualche centinaio di megabyte. Alt, aveva reagito subito questo dispositivo, vagliando il materiale da convertire: si tratta di una mole di dati eccedente la capacità tollerata dalla programmazione, va rispedito alla zona di provenienza. Era cominciato così un vero e proprio stallo, con il Crepuscolo che, sul raggio luminoso, rimbalzava avanti e indietro tra la memoria e il convertitore d'uscita. Ogni volta, Aloisio Kontarski aggiungeva comandi tendenti ad annullare l'azione di controllo del microprocessore, ma non sembrava riuscirvi.
        - Di nuovo - rifletté, questa volta ormai in preda a cupi presentimenti. - Quella piccola, insignificante strozzatura… occorrerebbe infrangere una legge fisica… gli elettroni nel microprocessore dovrebbero ignorare gli stati di quantizzazione energetica in cui sono relegati. Dovrebbero rilassarsi, dovrebbero poter viaggiare liberamente come ai tempi in cui il loro moto era classico, nei transistor del secolo scorso… Non c'è che tentare di mettere quel chip fuori uso -. Aloisio Kontarski fece convergere tutta la potenza di cui aveva il controllo nella direzione del microprocessore incriminato, con l'intento di scaldarlo fino al punto di fusione. - Diventerà un'innocua crosta di semiconduttore, e cesserà di porre i suoi veti. Sarà soltanto una piccola cicatrice in un sistema migliore di prima -. Nulla sembrava accadere, tuttavia, e il Crepuscolo degli dei proseguiva la sua oscillazione all'interno di Aloisio Kontarski, respinto da un estremo all'altro in una corsa che diveniva forsennata.
        - Al diavolo - disse Aloisio Kontarski, furioso e sempre più frastornato dalla ridda di suoni del Crepuscolo che lo permeavano tutto come una sostanza allucinogena. - Bloccherò il sistema generale di refrigerazione per qualche secondo: quel pezzo è già surriscaldato, sarà il primo a saltare, senza che il resto di me subisca troppi danni.
        Avvertì inizialmente un leggero fastidio, che si tramutò, più presto di quanto Aloisio non avesse potuto immaginare, in una diffusa sofferenza. Erano sensazioni mai provate. Sentiva le sue parti scottare, trafitte da spasmi fulminei che si propagavano di chip in chip fino alla CPU, l'unità centrale di elaborazione. In quel punto nevralgico, il dolore divenne in breve tempo lancinante. - Quel dannato microprocessore non vuole cedere… cercherò di resistere ancora un po', tutto quello che posso.
        - Attenti - urlò la Salinger - nella sala di Aloisio sta succedendo qualcosa! Deve essere il circuito di refrigerazione, esce fumo da tutte le parti. Presto, fate partire il raffreddamento di emergenza, presto, correte, prestooo! -. Balzò in piedi con le braccia al cielo, e subito incespicò nello scranno su cui era stata seduta, atterrando di peso, faccia in avanti, sulle morbide protuberanze del suo incantevole corpo.
        Era ormai troppo tardi. L'incendio divampò grandioso, l'intero laboratorio subì gravi perdite e di Aloisio Kontarski rimasero solo il banco di appoggio e le pareti metalliche. Jesus, che nessuno si ricordò di allarmare in tempo, perì di asfissia nella stanza dove era stato segregato, dopo aver invano tentato di abbattere la porta a calci e pugni, e con ogni oggetto contundente a sua disposizione. Il video del canale Beta - pur astenendosi dalle bestemmie - sciorinò una sequela tremenda di imprecazioni, poi cominciò a traballare e infine si spense, rimanendo oscurato per il resto dell'esistenza. Anche perché il centro di ricerca fu chiuso, il gruppo smantellato, la Salinger incriminata, e il Presidente stesso optò per una carica meglio remunerata in una multinazionale di conserve alimentari.
 


in su pagina precedente

  17 aprile 2003